Il sole lo guarda sempre in faccia dall'alba al tramonto. Il suo faro divide due mari, segnando un capo tra i più importanti del Mediterraneo.
Sotto al faro c'è un ponte e sotto al ponte ci sono delle derive accatastate, alcune in ordine altre meno, alcune a posto altre più bisognose di cura.
Sotto ai pini e agli ulivi c'è una piccola scuola vela, con dei ragazzi speciali e tranquilli, senza ansie da capi firmati, né scarpette da vela all'ultima moda. Se ti guardi intorno vedi solo i segni della marineria e del mestiere del mare.
Di fronte allo scivolo per le derive c'è il porto e oltre il porto c'è il sud, quello vero, geografico che se lo segui ti porta in Africa senza alcuna interruzione. Un orizzonte che va da 70° a 290° e ti viene di partire subito per la Grecia che è tanto vicina che si vede.
Sabato e domenica, questi ragazzi ci hanno ospitato con un calore e una disponibilità rari. Un tavolaccio e due lunghe panche hanno fatto da aula studio, in un angolo il caffè e un frigo pieno di birre. Lì, tanti bravi marinai, ognuno con le sue miglia lasciate a poppa, si sono conosciuti e scambiati le loro esperienze e seduti su quelle panche sono stati a ragionare di cielo e sole e stelle e numeri e tabelle.
Un fine settimana che spero di ripetere. Una scuola vela e un luogo di condivisione e cultura marinara come ce ne vorrebbero tanti.
Grazie Smarè.
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