Erano in prossimità dell’isola di Fano che da Otranto costituisce l’approdo più vicino con le coste della Grecia. Il peschereccio “Santa Maria”, ormeggiato in prossimità della battigia, taceva nel buio delle stelle pulsanti nella notte: dall’interno non proveniva il minimo suono e d’intorno, nulla muoveva, né vibrava, né un uccello in aria, né una nuvola in cielo. I prossimi sarebbero stati gli ultimi giorni di pesca e la stanchezza si era impadronita dell’equipaggio che, spossato, aveva ceduto le stanche membra all’abbraccio di Morfeo. Solo il comandante faticava a prender sonno: il più giovane del personale di bordo, egli aveva assunto il comando poche settimane prima e continuava a chiedersi se sarebbe stato all’altezza del compito assegnatogli. Così, pensieroso, si aggirava in su e in giù per il ponte preoccupato, da un lato, di conquistarsi la fiducia dell’equipaggio del quale conosceva poco o nulla, e dall’altro, per la scarsa quantità del pescato. Con le stive quasi vuote …
Contenitore di esperienze vissute tra mare e vento